Anche i single possono adottare dei bambini.
È questa la svolta della Corte Costituzionale, con la sentenza n. 33/2025.
Negarne il diritto è contrario agli artt. 2 e 117 della Costituzione, che riconoscono i diritti del singolo e i vincoli dello Stato alle convenzioni internazionali, in relazione all’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
I giudici costituzionali giudicano l’illegittimità della L.184 del 1983, all’art. 29 bis, comma 1 nella parte in cui non include le persone non sposate tra quelle che possano adottare un minore straniero residente all’estero, ma è chiaro che si tratta di un primo passo verso l’estensione del diritto anche nei confronti di bambini italiani.
I single sono “in astratto idonei ad assicurare al minore, in stato di abbandono, un ambiente stabile e armonioso”, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva del genitore e la sua capacità di educarlo, istruirlo e mantenerlo.
Un accertamento che si può desumere anche dalla rete familiare di riferimento dell’aspirante genitore.
“L’interesse a divenire genitori – si legge nel comunicato della Corte – pur non attribuendo una pretesa ad adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme a molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore”.
L’obiettivo finale è quello di rendere le adozioni più veloci e meno costose.
È un cambiamento di gran lunga positivo per la civiltà e bisogna dare atto alla sensibilità della Corte Costituzionale.
Deve essere l’occasione per rivedere la normativa delle adozioni e adeguarla alla società odierna, cancellando ogni tipo di ostacolo ideologico.