Con l’intervento normativo del D.P.R del 16 giugno 2023 n. 82 sono state modificate le normative sulle modalità di accesso ai pubblici impieghi, prevedendo che le amministrazioni debbano rispettare una regolamentazione ancora più trasparente nelle procedure concorsuali e di assunzione, con l’intento di adeguare la disciplina in materia di concorsi pubblici alle riforme introdotte in materia di pubblico impiego dal D.L 30 aprile.
Il D.P.R del 16 giugno 2023 n. 82 avente natura di regolamento, ha modificato il D.P.R del 9 maggio 1994 n. 487 concernente “norme sull’acceso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi”.
La ratio dell’intervento normativo è quello di ottenere una riorganizzazione ed un ammodernamento della procedura di reclutamento del personale, per armonizzare l’intero sistema dei concorsi e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi, anche tenendo in adeguata considerazione il tema della parità di genere sul lavoro.
Gli obiettivi fissati da Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevedono principalmente efficienza, digitalizzazione, celerità di espletamento delle prove e razionalizzazione delle procedure concorsuali.
In particolare, la digitalizzazione delle procedure concorsuali si pone nell’ottica del trend crescente dell’utilizzo delle tecnologie informatiche da parte dell’Amministrazione per porre in essere la sua attività procedimentale e provvedimentale, reso evidente dal principio di digitalizzazione by default di cui all’art. 3- bis della legge n. 241/1990 sul procedimento amministrativo, così come modificata dal D.L 16 luglio 2020 n. 76; così come anche dal nuovo codice degli appalti che ha dettato gli artt. 19 e 30 dei principi generali sui procedimenti automatizzati della PA.
Dunque, tramite l’utilizzo del portale In.PA verrà istaurato un meccanismo di partecipazione concorsuale completamente informatizzato che rende tali procedure trasparenti e rapide.
Per quanto riguarda le misure di parità di genere si prevede che le donne in gravidanza o allattamento debbano essere tutelate in modo da evitare che vengano poste in essere attività discriminatorie. Si vuole garantire la partecipazione di quest’ultime alle prove nelle date calendarizzate e che nel contempo possano svolgere il proprio potere-dovere di responsabilità genitoriale.
È stato posto il criterio di preferenza, a parità di titoli e merito, dell’appartenenza al genere meno rappresentato nell’amministrazione relativamente alla qualifica di concorso.
L’art. 1 lett. A D.P.R n. 82/2023 (prevede le modalità di accesso alla PA) stabilisce che l’assunzione di impieghi a tempo indeterminato e determinato nelle amministrazioni pubbliche avvenga mediante concorsi pubblici orientati alla massima partecipazione e alla individuazione della competenza qualificate, svolti nel rispetto delle disposizioni e dei criteri di cui agli articoli 35, 35-ter e 35-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
I requisiti generali per l’accesso al pubblico impiego (art. 1 comma 1, lett. b) sono i seguenti:
- La cittadinanza italiana o possesso dei requisiti dall’art. 38 comma 1, 2, 3-bis del d.gls. 165/2001;
- La maggiore età;
- Il godimento dei diritti civili e politici;
- l’idoneità fisica nello specifico impiego, ove richiesta per lo svolgimento della prestazione;
- il possesso del titolo di studio richiesto per accedere al concorso e dei titoli esperienziali eventualmente richiesti.
Tali requisiti devono essere necessariamente posseduti sia alla data di scadenza del termine previsto dal bando che all’atto della sottoscrizione del contratto di lavoro.
È bene precisare che:
- il limite d’età riguarda esclusivamente il raggiungimento della maggiore età;
- non possono essere esclusi nelle pubbliche amministrazioni coloro che siano stati esclusi dall’elettorato politico attivo o destituiti o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, o licenziati per le medesime ragioni ovvero per motivi disciplinari, ovvero dichiarati decaduti per aver conseguito la nomina o l’assunzione mediante la produzione di documenti falsi o nulli, nonché coloro che abbiano riportato condanne con sentenza passata in giudicato per reati che costituiscono un impedimento all’assunzione presso una pubblica amministrazione;
- coloro che hanno in corso procedimenti penali, procedimenti amministrativi per l’applicazione di misure di sicurezza o di prevenzione o precedenti penali a proprio carico iscrivibili nel casellario giudiziale ne devono dare notizia al momento della candidatura, precisandone gli estremi.
A cura dell’Avv. Guerino Gazzella e della Dott.ssa Isabella Urciuoli
05/07/2023