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La collazione ereditaria

Alla morte del “pater familias” si apre la successione, art. 456 c.c., il quale dispone che, allo scopo di determinare l’ammontare della quota disponibile, ovvero la quota di cui il de cuis poteva disporre liberamente, occorre  formare una massa di tutti i beni che appartenevano al defunto al tempo della morte. Da tale massa si sottraggono i debiti e si aggiungono i bene di cui il de cuius abbia disposto in vita a titolo di donazione.

La collazione, nell’ambito giuridico delle successioni, rappresenta un principio fondamentale finalizzato a garantire una distribuzione equa del patrimonio ereditario tra gli eredi legittimari. 

Dunque, la collazione implica un ritorno al patrimonio ereditario di determinati beni o vantaggi che un erede ha ricevuto in vita dall’ascendente defunto. Questo mira ad evitare disparità e ingiustizie nella distribuzione ereditaria, assicurando che tutti gli eredi partecipino in modo equo alla divisione dei beni.

La collazione si applica principalmente a donazioni e assegni effettuati dal defunto in vita agli eredi. Questi beni sono considerati come anticipazioni sulla quota ereditaria e devono essere valutati e inclusi nel calcolo della distribuzione finale.

Il valore degli assegni e delle donazioni collazionabili è sommato al patrimonio complessivo dell’ascendente defunto. Successivamente, la quota spettante a ciascun erede viene determinata tenendo conto di tali anticipazioni.

Alcuni trasferimenti, come i regali d’uso personale o matrimoniali, potrebbero essere esclusi dalla collazione.

La procedura di collazione solitamente inizia con la stima accurata del patrimonio dell’ascendente defunto, compresi i beni collazionabili. Gli eredi sono tenuti a dichiarare tutti i trasferimenti ricevuti in vita a fornire una documentazione adeguata per la valutazione. 

Successivamente, il totale del valore collazionabile viene aggiunto al patrimonio, e la quota spettante a ciascun erede viene determinata in base a questa cifra. Nel caso in cui un erede abbia ricevuto più di quanto gli spetti, potrebbe essere tenuto a restituire la differenza alla massa ereditaria. 

La sua applicazione richiede una valutazione accurata dei trasferimenti effettuati in vita, e il rispetto di questo principio è essenziale per evitare controversie tra gli eredi ed assicurare una suddivisione giusta ed imparziale del patrimonio ereditario. 

A cura dell’Avv. Guerino Gazzella

05. 10.2023